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26 – 31 gennaio 2012, KAMPHAENG PHET, SUKHOTHAI e SI SATCHANALAI

da qualche tempo abbiamo una certa sete di antico, di suggestioni dal sapore archeologico.. facciamo quindi rotta verso le province di sukhothai e kamphaeng phet, qualche centinaio di km a nord di kanchanaburi, i cui historical park sembrano quantomai qualificati a saziare i nostri appetiti.
al nostro arrivo ci accoglie un'affascinante commistione di autunno e estate: la natura intorno a noi è lussureggiante come sempre, ma al contempo la terra è coperta di un manto bruno e fragrante di foglie.. i toni sfumati giallo-rossastri della dolce malinconia autunnale si mescolano al verde di fondo e all'azzurro terso dei cieli, e una calda brezza estiva li amalgama..






::: kamphaeng phet historical park :::

centro di primaria importanza dei regni di sukhothai prima e ayutthaya poi, le rovine di kamphaeng phet sono forse le meno grandiose, per quanto assai piacevoli da esplorare. la nostra visita è benedetta dalla quasi totale assenza di turisti e così indugiamo per ore e ore all'ombra delle piante secolari che sottraggono il parco alle molestie del traffico. il silenzio sereno della foresta si è fatto da tempo immemore custode del sorriso imperturbabile dei tre buddha di pietra, fiore all'occhiello del complesso archeologico.



la città poi è carina e vanta un night market variegato e stuzzicante, numerosi templi e dintorni quasi immacolati, dove le mucche pascolano placide al cospetto degli antichi chedi (stupa).



::: sukhothai historical park :::


capitale dell'omonimo regno thai che, affrancatosi dal dominio khmer, si sviluppò tra il XIII secolo e la metà del XV espandendosi in buona parte dell'attuale thailandia. le vestigia del suo illustre passato regalano scorci più spettacolari di quelli di kamphaeng phet: ovunque si volga lo sguardo chedi appuntiti graffiano l'azzurro del cielo, avvicendandosi ai prasat (torri) di ascendenza khmer e alle figure eleganti di imponenti buddha in meditazione. antiche sembianze si specchiano sulla superficie placida degli onnipresenti laghetti, tra il profondo verde sfumato della foresta e fiori di loto di un rosa sgargiante.


il buono stato di conservazione dei suoi tesori rende sukhothai il parco archeologico più visitato dei tre; tuttavia lo si può ancora apprezzare in relativa tranquillità, schivando strategicamente le comitive frettolose dei gruppi organizzati e soprattutto percorrendo i mille sentieri che si snodano fuori dalle mura della città, dove altrettanti templi se ne stanno al riparo dagli sguardi più superficiali...






::: si satchanalai historical park :::

la città gemella di sukhothai si trova una sessantina di km e un'ora di bus più a nord del capoluogo di provincia.
questo posto è un miracolo: deliziosamente trascurato dal turismo di massa e dagli itinerari dei package tours, circondato da piccoli villaggi pittoreschi dove la vita scorre tranquilla e i bambini salutano ancora il turista di passaggio dispensando sorrisi curiosi.
è un luogo magico, in cui il tempo asseconda la sua naturale lentezza, dimentico dei ritmi febbrili della frenesia moderna, e sembra volersi attardare, se non arrestare del tutto, in una quiete meditativa che ha quasi del soprannaturale. nel chiarore brumoso del mattino monaci e monache intonano inni sacri, seduti sull'erba accanto alle testimonianze millenari della devozione dei loro avi. pochissimi visitatori perturbano questa pace incantata, colonie di cicogne affollano le colline alberate e a tratti quasi ci sembra di essere giunti dove nessun altro sguardo umano si è ancora spinto.


in più qui le rovine sono impressionanti quanto quelle di sukhothai, ma con il valore aggiunto di un'atmosfera assai più intima e assorta, addolcita dallo scorrere del fiume che costeggia il parco e che si attraversa su un fatato ponte di corde. ogni cosa è intessuta di un'aura magica che è puro incanto..


e infine da qui ce ne partiamo, diretti a nord, riconciliati con quanto più amiamo della thailandia..

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