de pecunia et aliis monstris
la più pressante delle questioni tecnico-pratico-logistiche da affrontare quando ci si mette in testa di vagare per il mondo e di liberarsi almeno temporaneamente dall'alienante giogo del lavoro è di certo quella finanziaria, la nota dolente con cui deve vedersela ogni viaggiatore squattrinato dell'universo.
per
viandanti autarchici privi di sponsor come noi fare i conti con la limitata
disponibilità di fondi è un esercizio
quotidiano, a metà strada tra prestidigitazione e trasmutazione alchemica, il
cui fine è prolungare il più possibile il vagabondaggio senza alleggerire
troppo le nostre tasche. in due parole si tratta di ridurre al minimo le spese,
concentrarsi sull'essenziale e eliminare il superfluo, cosa che spesso si
rivela la scelta più ecologica oltre che quella più economica: viaggiare
esclusivamente sui mezzi pubblici (più lenti sono e meno costano, e intanto ci
si gode il panorama e le immancabili chiacchiere col sempre interessantissimo
campionario umano dei compagni di viaggio); scegliere sempre le opzioni meno
care per mangiare e dormire (le bettole hanno un sacco di storie da
raccontare!); evitare le destinazioni oltremodo turistiche dove i prezzi
lievitano a dismisura (che manco sembra più di essere nello stesso paese!)
oppure, qualora sia auspicabile o necessario farci una capatina, ricercare
sistematicamente ristoranti, bancarelle e affini di esclusiva frequentazione
locale; astenersi da tutti gli sfizi dispendiosi che si concede il turista
medio in vacanza; scegliere sempre solo prodotti locali e mai di importazione,
privilegiando quando possibile la produzione a km zero e boicottando
rigorosamente le corporations (es. la dannatissima coca-cola e poi biscotti,
snack, cosmetica etc); non fare mai acquisti presso le catene di supermercati
delle multinazionali della grande distribuzione ma optare per i piccoli negozi
gestiti dalle gente del posto, dove i prezzi sono gli stessi e la qualità spesso superiore; concedersi di tanto in
tanto qualche sana bevuta di birra, ma mai al bar e solo dove non ci si deve
dissanguare per comprarla (es. una bottiglia da 50-66cl costa ben 1,8-2€ in
turchia e tamil nadu o 1,5€ in nepal e malesia, mentre soltanto 0,6€ a
pondycherry e goa, 0,7€ in corea, 1€ poco più in thailandia e la bellezza di 0,17€ al bicchiere in vietnam - w la bia hoi!) oppure darsi alla
sbronza in stile autoctono, sempre economica e infallibile (es. thumba, roxi,
chang, makgully, soju etc); limitare al minimo indispensabile l'acquisto di
acqua in bottiglia, per ridurre sia i costi che l'accumulo di plastica, e quando
possibile rifornirsi presso fonti alternative (in linea generale, quando
l'acqua del rubinetto non è potabile, è una buona idea riempire le proprie
bottiglie con l'acqua filtrata delle caraffe dei ristorantini, oppure in india
abbeverarsi alle fontane pubbliche di acqua potabile nelle stazioni o nelle vie
centrali delle città); farsi da sé il bucato o utilizzare i servizi di
lavanderia pubblica più economici e le lavatrici a gettoni (thailandia); fare
scorta quotidiana di frutta, verdura, pane e affini al mercato e dotarsi di un
provvidenziale rice-cooker per cucinare autonomamente sfiziosi manicaretti
salvavita (vedi foto)..
NB:
il resoconto che segue è una breve sintesi panoramica di
quello che chi viaggia in economia può approssimativamente aspettarsi di
spendere nei paesi che abbiamo visitato finora. la voce budget quotidiano
è riferita alla spesa media giornaliera per due persone (2p) comprensiva
di tutto (vitto, alloggio in camera doppia, trasporti, eventuali tariffe di
ingresso a monumenti etc, extra).
::turchia::
la
turchia costicchia, soprattutto per quanto riguarda gli alberghi, ma in fondo
vale ogni centesimo. in questi casi wwoof (worldwide opportunities on
organic farms) è un'ottima soluzione per ammortizzare le spese. noi ad
esempio abbiamo lavorato per due settimane in una fattoria biologica della
costa mediterranea. per inciso un'esperienza grandiosa.
budget quotidiano: 55-60€/2p
trasporti:
eccellente sistema di trasporti via bus, con compagnie private nazionali che
coprono la maggior parte del territorio e compagnie minori locali per
raggiungere le zone più remote; si viaggia
confortevolmente anche di notte, il personale distribuisce snack e
bevande incluse nel prezzo del biglietto e per le tratte più lunghe gli autobus
sono spesso dotati di monitor personale con materiale audio-video; un altro mezzo di
trasporto molto diffuso e pratico sono i
dolmuş (minibus); rifuggire i taxi come la peste!
alloggio:
anche nelle soluzioni più economiche e modeste il rapporto
qualità-prezzo è quasi sempre più che buono, ma di rado si spende meno di
22-30€ per una doppia.
cibo:
fare incetta di deliziose frutta e verdura, yogurt,
olive, pane e peynir (formaggio) al mercato, sfondarsi di stuzzichini veloci
presso le varie bancarelle ambulanti (es. simit, börek, budini di riso o un bel
tavuk döner con ayran per i carnivori) e ogni tanto mangiare in una taverna economica,
perchè non si può dire di essere stati in turchia se non ci si è abbuffati
almeno una volta di meze, çorba, gözleme etc; con una buona dose di disciplina
è possibile cavarsela con 5-9€/2p a pasto.
tariffe
di ingresso ai siti di interesse: il costo varia dai 10€
circa dei siti più importanti (es. santa sofia e il topkapi a istanbul, efeso
etc - 2010) ai 2€ del delizioso ma meno visitato ishak pasha saray a doğubeyazit
(2012); mediamente i biglietti non sono proprio economici, ma la turchia è un
paradiso per gli appassionati di archeologia e ne vale sempre la pena.
visto:
non necessario; per permanenze inferiori a 3 mesi l'ingresso
nel paese è gratuito.
::siria::
la
siria è uno dei paesi più economici del medioriente. il costo delle camere è la
voce che incide maggiormente sul budget, essendo gli alberghi sottoposti ad
un'elevata pressione fiscale, poi tutto il resto è una goduria quasi agratis
per occhi e palato.
budget quotidiano: 35€
circa /2p
trasporti:
autobus o treni e microbus per le distanze minori.
alloggio: guest
house e alberghi economici; circa 9-15€ (2010).
cibo:
falafel (tra i migliori del mondo!), fool e hummus a go-go,
pizzette e pane, marmellata, formaggio, yogurt, olive, frutta e verdura etc
etc; tassativo concedersi qualche pasto come si deve nei ristorantini economici
(4€/2p) o di fascia media (7-13€/2p), perchè la cucina siriana è un bijoux.
tariffe
di ingresso ai siti di interesse: spesso irrisorie;
l'ingresso al complesso archeologico di palmyra è gratuito, ma all'interno sono
previsti singoli biglietti di circa 2€/1p per alcuni dei siti principali
(2010); è possibile avere sconti presentando la tessera studentesca.
visto:
da ottenere obbligatoriamente in italia; visto turistico con
validità 14 gg 35€/2p circa + 10gg di
overstay gratis (dato che il personale degli uffici immigrazione di mezza siria
non era a conoscenza della procedura per l'estensione del visto, abbiamo finito
per trattenerci clandestinamente o quasi, ma nessuno degli ufficiali al confine
siro-giordano è parso da ciò minimamente turbato; “you stayed 10 days more? so
syria is nice!?”) + tassa uscita 16€/2p (2010).
::giordania::
decisamente
più cara dei vicini siria ed egitto, ma le sue dimensioni ridotte consentono di
girarla abbastanza agevolmente anche in poco tempo.
budget quotidiano: 50€
circa /2p
trasporti: minibus
o taxi collettivi, onnipresenti ed economici.
alloggio:
alberghi di fascia economica circa 12-15€, occasionalmente
si trovano bettole più o meno invitanti a 7-10€ (2010).
cibo:
frutta e verdura, pane, marmellata e formaggio, riso,
falafel, hummus e fool; se ci si limita a questo si campa con circa 6€/2p a
pasto.
tariffe
di ingresso ai siti di interesse: l'ingresso a petra è
decisamente caro; conviene optare per il biglietto valido 3gg (circa 100€/2p
nel 2010) che offre la soluzione migliore per visitare il sito con calma e
ammortizzare le spese; visitare jerash costa circa 15€/2p (2010).
visto:
in entrata; visto turistico con validità 30gg 20€/2p + tassa
uscita 16€/2p (2010).
::egitto::
uno dei
paesi più economici del medio oriente, a meno che non ci si vizi a suon di
crociere sul nilo, cene in ristoranti di lusso, pacchetti vacanza sulle spiagge
dei villaggi del mar rosso e immersioni deluxe!
tutto questo è comunque fattibile scegliendo soluzioni più etiche ed
economiche, come le feluche che navigano lungo il nilo, più spartane,
autentiche e avventurose di una mega-nave a 5 sterilissime stelle supercomfort,
i ristoranti locali dove pranzano abitualmente gli egiziani e le località
balneari inviolate dalle corporations del turismo come dahab e nuweiba, dove
alberghi, ristoranti e corsi per sub sono gestiti dalla comunità locale
beduina.
budget quotidiano: 30-35€ /2p
trasporti:
treni (ottima soluzione per percorrere in lungo e in largo
la valle del nilo), autobus, taxi solo quando non c'è altro modo per arrivare a
destinazione (come ad esempio dalla stazione di al-balyana al sublime tempio di
abydos).
alloggio: ostelli
e alberghi economici; 5-12€ (2010).
cibo:
abbuffarsi di koshari almeno una volta al giorno (2,5€/2p,
porzione extra-large e dulcis in fundo un bel budino di riso), frutta e
verdura, pane, marmellata e formaggio, fool, hummus e falafel, un'ottima stella
(la birra nazionale) con contorno di fave e pomodori in compagnia di nonni
barbuti e sorridenti, avvolti nella kefyah rossa beduina (1bott da 66cl 1€ al
bar), pizzette etc.
tariffe
di ingresso ai siti di interesse: la voce di bilancio
forse più influente di un viaggio in egitto, ma data l'incomparabile ricchezza
del patrimonio storico-archeologico nazionale non può essere altrimenti; le
tariffe variano da 3 a 10€ circa a persona, ma è possibile avere sconti
notevoli presentando la tessera internazionale dello studente (2010).
visto:
in entrata; visto turistico con validità 30gg 30$/2p + estensione di 30gg a luxor 3€/2p comprese
deliziose fototessere retrò (2011).
::india::
con un
occhio di riguardo al portafoglio non esiste al mondo posto più economico e che
garantisca un miglior rapporto qualità-prezzo (pure il lusso sfrenato è
disponibile a prezzi abbordabili per i nostri standard, anche se questo non è
il nostro caso). c'è qualche lieve differenza nei costi tra uno stato e l'altro, questo perchè le amministrazioni federali applicano tasse diverse,
soprattutto agli alberghi, ma si tratta comunque sempre di cifre gestibili. agli stranieri vengano a volte applicati prezzi più alti (cosa che entro certi limiti è sensata e comprensibile data la povertà di alcune zone), soprattutto
nelle zone turistiche, ma si tratta di un fenomeno limitato a certe aree del
rajasthan, agra, varanasi, manali, dharamshala etc, e ampiamente arginabile una
volta che si conosce il costo esatto. per il resto l'india è iper-economica e spesso, fuori dalle rotte più gettonate, tutto costa talmente poco che un eventuale maggiorazione potrebbe passare pure inosservata (15rs per 1kg di albicocche ad almora o 6-8 banane a aurangabad; 50-70rs per un thali all-you-can-eat in cui ti riempiono il piatto all'infinito!).
budget quotidiano: 13-18€/2p (quando non ci si sposta, e quindi non si spende per i trasporti, circa 10€)
trasporti:
government bus (mai deluxe, sempre ordinary anche per
tratte lunghe), treni (sleeper class o second class), tuk tuk mai e poi
mai se non per le emergenze, oppure solo
nelle zone del sud dove il tassametro è garanzia di tariffa indiana (ovvero
10rs/km).
alloggio:
c'è quasi sempre l'imbarazzo della scelta; nelle zone
turistiche abbondano guest house economiche dove una camera con bagno costa
circa 2,5-5,5€, fuori da queste optare per alberghi di categoria medio-bassa o
alloggi per pellegrini; di norma in questi casi per una bettola occorrono 4-6,5€
mentre per una camera decente circa 7-12€.
cibo:
tuffarsi senza risparmio nell'apoteosi dei mercati di strada
e dei bazar che è l'india, dove frutta, verdura e gli altri beni di prima
necessità sono venduti a prezzi imbattibili; per un pasto veloce e economico ci
sono misthan bandar e dhaba, oppure i ristoranti affollati dalla gente del
posto e i chioschetti lungo la strada; è buona norma evitare i ristoranti per turisti perchè la qualità è
spesso infima rispetto agli altri e sono pure più costosi; per un pasto decente
bastano 1,5-2,5€/2p.
tariffe
di ingresso ai siti di interesse: a parte il biglietto di
ingresso al taj mahal (10€ a cranio, che sono un'esagerazione per
l'india, ma in fondo capita solo una volta nella vita), per la maggior parte
degli altri siti il costo si aggira tra
0,8-3,5€/1p; solitamente l'ingresso ai templi hindu e jainisti, alle moschee,
ai gompa buddhisti e ai gurdwara sikh è gratuito, tranne che in qualche raro
caso dove è richiesta un'offerta di 20-30rs (0,4-5€).
visto:
da ottenere obbligatoriamente presso una delle
rappresentanze diplomatiche indiane, non in entrata, e non estendibile;
ambasciata indiana del cairo (egitto): visto turistico con validità 6 mesi
70€/2p (2011); ambasciata indiana di teheran (iran): visto turistico con
validità 6 mesi 35€/2p (2012), ambasciata indiana di kathmandu (nepal): visto
turistico con validità 3 mesi 75€/2p
(2013).
::nepal::
anche
per il nepal vale quanto detto per l'india, anche se onestamente la pratica del tourist price è forse più diffusa, essendo il paese piuttosto
piccolo e al centro delle rotte turistiche himalayane da un sacco di tempo. di
nuovo, per evitare questa pur lieve seccatura, basta coltivare la propria
abilità di contrattazione, spingersi lontano dalle destinazioni più gettonate
oppure, nelle località affollatissime dagli stranieri, evitare di mangiare e
fare la spesa in negozi e cafe' esclusivamente rivolti agli stranieri e optare sempre
per i mercati locali e i ristoranti alla buona. chiaro che pagare qualche decina di rupie in più mica è la fine, considerando che il personale di alberghi e ristoranti prende la miseria di 2000rs al mese e c'è pure chi sta molto peggio!
budget quotidano: 14-15€/2p (quando non ci si sposta e si risparmia sui trasporti 10€)
trasporti: autobus
(mai e poi mai quelli turistici o la green line e men che meno taxi e
tuk tuk).
alloggio:
anche qui c'è l'imbarazzo della scelta per quanto riguarda
le guest house economiche, soprattutto nelle destinazioni più gettonate; con
3-7€ si rimedia sempre una buona camera.
cibo:
bhojanalaya, dhaba e ristorantini locali; un daal bhat costa
circa o,8-1,2€ a piatto, bis e/o tris inclusi, mentre momo, chowmein e thukpa
circa 0,4-0,8€ a porzione; muesli locale in vendita ovunque per circa
0,8€/500gr e poi frutta, verdura etc.
tariffe
di ingresso ai siti di interesse: e qui viene il bello!, i
biglietti sono decisamente cari per gli stranieri rispetto al costo della vita;
durbar square di kathmandu circa 7€/1p, durbar square di patan 4,5€ circa,
città di bakhtapur 10€, tempio di
pashupatinath 9€, tempio di swayambhunath 2,5€ circa (2013). certo si tratta di
luoghi meravigliosi, ma le tariffe sono in tutta onestà troppo troppo elevate.
visto:
in entrata e niente affatto economico; visto turistico con
validità 30gg 30$/1p, 60gg 60$/1p, 90gg 100$/1p (2013).
::thailandia::
con un
po' di attenzione anche qui è possibile cavarsela davvero con poco, soprattutto
fuori dai percorsi più battuti, dove la thailandia raggiunge il massimo del suo
splendore e prezzi da record.
budget quotidiano: 21-28€ /2p
trasporti: autobus
pubblici, treni, songhtew etc.
alloggio: ottimo
livello di alloggi economici dovunque; 5-11€ circa.
cibo:
è decisamente impossibile fare la fame in thailandia; nei
ricchissimi mercati di frutta e verdura, nei chioschi di noodles soup, nei
ristorantini economici o nelle bancarelle lungo la strada e soprattutto negli
incredibili mercati notturni è disponibile ogni ben di dio e a prezzi sempre
competitivi; se si evitano i ristoranti per turisti con 2€ circa si pasteggia
in 2 (zuppa o riso 20-30baht-0,5-0,8€ nei mercati notturni o nei ristoranti più economici).
tariffe
di ingresso ai siti di interesse: il biglietto per il
palazzo reale e il tempio del buddha di smeraldo a bangkok costa circa 7,5€/1p;
l'ingresso a ciascuno dei più importanti wat di ayutthaya poco più 1€/1p,
mentre per il sukhothai historical park si spende circa 5€/1p per l'intero
complesso (2011); l'ingresso ai wat è di norma gratis, con pochissime
ragionevoli eccezioni (0,5€).
visto:
in entrata; l'ingresso è gratuito per un permanenza di 30gg se si arriva via
aerea o di 15gg via terra; visto turistico con validità 60gg presso
l'ambasciata thailandese a georgetown, penang (malesia) 50€/2p + estensione di
30gg a chiang mai 100€/2p (2011).
::malesia::
anche
se sulla carta potrebbe sembrare più costosa della thailandia, in realtà è
possibile cavarsela con lo stesso budget, anche perchè nelle
destinazioni superturistiche thailandesi, le stesse dove si concentra la
maggior parte dell'afflusso di stranieri, il costo della vita è in media più
caro che in malesia.
budget quotidiano: 25-30€ /2p
trasporti: ottimo
servizio di autobus su tutto il territorio nazionale.
alloggio: in
media un po' più costosi e meno curati degli omologhi thai; 7,5-13€.
cibo:
il paradiso dei buongustai; si può scegliere praticamente
ovunque tra cucina malese, cinese, dell'india del sud, occidentale, thai e
spesso anche giapponese; i posti migliori per mangiare sono gli hawkers centers
e la loro versione moderna (food court), ovvero gruppi di chioschi, bancarelle e
ristorantini affacciati su un'area comune fitta di tavoli per gli avventori e
sempre piacevolmente affollata; e poi tonnellate di frutta e verdura al mercato
e frequenti pause ristoratrici di rito nei coffe shop cinesi (4-5 ringgit-1€ circa per un piatto di riso o una zuppetta).
tariffe
di ingresso ai siti di interesse: praticamente gratis.
visto:
non necessario; per permanenze inferiori a 3 mesi
l'ingresso nel paese è gratuito.
::singapore::
la
città del leone è decisamente troppo costosa per chi voglia viaggiare in
economia. noi ci andiamo in giornata dalla malesia, appunto per non infierire
troppo sulle nostre finanze residue, perciò non abbiamo granchè da dire in merito, se non che l'albergo è di
certo il capitolo di spesa più consistente e che probabilmente una previsione
realistica deve mettere in preventivo un budget giornaliero di 70€ circa.
trasporti: ottima
rete di autobus e metro, superefficiente e puntale.
cibo:
più o meno come in malesia; i prezzi però sono più alti,
anche se comunque economici rispetto agli standard occidentali.
visto: non
necessario; per permanenze inferiori a 3 mesi l'ingresso nel paese è gratuito.
::corea del sud::
decisamente
più costosa delle destinazioni sopracitate, perciò anche qui optiamo per le
fatiche contadine di wwoof, lavorando in tre diverse fattorie bio per un totale di 45 gg su 70.
budget quotidiano: 60€ /2p
trasporti:
i treni sono ottimi, puliti, puntuali ed economici; più o
meno lo stesso vale per i bus; la metro è diffusa in tutte le città principali,
costa poco ed è superefficiente.
alloggio:
ostelli e guest house economiche; molto spesso love motel
(ottimo rapporto qualità-prezzo, camere tipo 4 stelle nostrane con bagno, TV,
computer e connessione a internet); 20€.
cibo:
se si pranza nei chioschetti dei mercati, ricorrendo
all'ottima sezione cibi pronti-freschi dei supermercati e dei negozi di
alimentari, nelle food court dei centri commerciali e ogni tanto in qualche
tavernetta economica è possibile cavarsela con 5-10€ in 2.
tariffe
di ingresso ai siti di interesse: molto economiche
e sempre più che proporzionate, a volte è addirittura incluso nel prezzo un
servizio di guida in inglese; il biglietto cumulativo per 5 tra palazzi etc
nella capitale costa solo 3,5€/1p circa (2011).
visto:
non necessario; per permanenze inferiori a 3 mesi l'ingresso
nel paese è gratuito.
::iran::
attualmente uno dei posti più economici al mondo, soprattutto a causa della pesante svalutazione del rial in seguito alle sanzioni internazionali. se si cambia ad un rate particolarmente favorevole (1€=40-46000 rial), come è capitato a noi, è possibile spendere quasi come in india.
budget quotidiano: 19€ /2p
trasporti: autobus,
treni, metro, savari (taxi collettivi); in generale ottimo servizio.
alloggio:
mosaferkhaneh (alloggi per viaggiatori) e guest house
economiche; spesso fuori dalle destinazioni più gettonate lo standard medio
lascia un po' a desiderare in quanto a pulizia; 3,5-12€.
cibo:
negli onnipresenti bazar rifornirsi di frutta e verdura,
pane, marmellata di rose e panyr; cibarsi delle nutrienti zuppe azere nei
chioschi, di panini con falafel o carne,
di riso, insalata, yogurt e contorni di verdura nei ristorantini economici;
1-3€/2p.
tariffe
di ingresso ai siti di interesse: praticamente gratis; il
biglietto per la meravigliosa persepolis costa 5000 rial, che al tempo della
nostra visita valevano circa 12,3 centesimi di €.
visto:
dall'italia è prima necessario ottenere l'autorizzazione
alla visita con relativo codice dal ministero degli esteri iraniano, attraverso
la mediazione di apposite agenzie locali, e poi richiedere il visto vero e
proprio presso una delle ambasciate, anche all'estero; visto turistico con
validità di 30gg 170€/2p circa tutto incluso + estensione di 30gg a shiraz
14,5€/2p (2012).
::laos::
il
turismo in laos è di quelli che non ci entusiasmano affatto. tutti
viaggiano in bus privati supercomfort e il biglietto lo comprano in agenzia o
magari in albergo (e poi si chiedono perchè non viaggiano mai coi
laotiani! mah..), tutti o quasi pasteggiano nei ristoranti per falang
costosissimi, che se devo magnà in un bistrot parigino mica vengo
in laos!, quindi siamo
perplessi..
in
generale il falang-price è quasi la norma nelle zone più
affollate dai turisti ma la situazione è comunque gestibile una
volta che si conoscono i prezzi. infondo come sempre pagare qualche
migliaio di kip in più può starci, poi se esagerano basta farglielo
notare.
budget
quotidiano: 25€/2p
trasporti:
forse un po' costosetti, ma è l'unico modo per spostarsi in
economia; è sempre preferibile andare in stazione e viaggiare coi
bus locali che affidarsi a agenzie e alberghi; es. local bus da
vientiane a savannakhet 75000kip/circa 7€ a testa (500km – 10h),
local bus notturno (non sleeper) da vientiane a luang prabang
130000kip/12,5€ circa (350km – 11h) (2013).
alloggio:
buon rapporto qualità prezzo; anche nelle località più costose
(vientiane e luang prabang) si trovano comunque camere economiche più
che decenti e man mano che ci si allontana i prezzi calano; doppia con bagno in comune in ostello a
vientiane 80000kip/7,5€, doppia con bagno a muang sing
40000kip/meno di 4€
cibo:
riempirsi la panza qui costa mediamente un po' più che nella
thailandia settentrionale, ma meno rispetto alla thai da vacanza. il
fatto è che in thailandia lo street food economico è onnipresente e
forse c'è un po' più scelta che in laos, dove sta diventando
difficile mangiare qualcosa con meno di 10000 kip (1€/40 thai
baht), senza menzionare vientiane che è piuttosto cara; per il resto
poi mangiando nei mercati o nei chioschi lungo la strada si riesce a
stare sui 3-4€ in 2; in generale una zuppa costa da 8-10000 a 15000
kip, una beer lao 9-10000 kip, una
porzione di sticky rice (500gr) 5000 kip e una papaya salad 10-20000
kip.
tariffe di ingresso ai siti di interesse: di solito sono a pagamento i musei e i wat principali e le tariffe variano da 5000kip a 30000kip circa.
visto: visa on arrival in aeroporto e presso le frontiere terrestri; 35$ a testa + 1 fototessera (2013).
::cina::
tariffe di ingresso ai siti di interesse: di solito sono a pagamento i musei e i wat principali e le tariffe variano da 5000kip a 30000kip circa.
visto: visa on arrival in aeroporto e presso le frontiere terrestri; 35$ a testa + 1 fototessera (2013).
::cina::
vabbè!,
saranno finiti i bei vecchi tempi in cui la cina era una destinazione
supereconomica, comunque con un occhio al budget, le solite scelte
consapevoli per quanto riguarda trasporti, vettovaglie e alloggio e
tralasciando i siti più costosi è ancora possibile cavarsela con
poco. capita di tanto in tanto di incappare nella pratica del
laowai-price (maggiorazione del prezzo per i turisti), ma a dire il
vero non così di frequente come ci aspettavamo dati i commenti degli
altri viaggiatori. e poi bastano pochi giorni per farsi un'idea del
costo reale, negli alberghi è possibile contrattare soprattutto
fuori stagione e nei ristorantini il menù è quasi sempre esposto
con tanto di prezzi (anche se in cinese è comunque utile). inoltre con un minimissimo sforzo è facile apprendere le
espressioni basilari per districarsi nelle faccende quotidiane, tipo le
seguenti locuzioni in mandarino quasi monosillabico: con “ni
hao”, “duo shao?”, “xie xie”, “huo
che zhan” e i numeri, cui è consigliabile aggiungere i nomi
delle pietanze più ricorrenti, il gioco è fatto. per esperienza
personale questo è sempre bastato a raggiungere i nostri obiettivi,
pur mettendo in preventivo immancabili errori di pronuncia tonale!
a
proposito di laowai-price, ecco un simpatico aneddoto:
una
delle pochissime volte in cui non abbiamo esordito con il consueto
“duo shao?” (dato che il giorno prima avevamo pranzato nella
bancarella a fianco con la stessa identica zuppa “fai-da-te” a 6
yuan), questi anziché 6y per due, quindi 12, se ne tengono 2o. non
avendo l'importo esatto in spiccioli avevamo prontamente sganciato un
50one e quindi per loro è stato facile darci il resto che più gli
garbava. le nostre sonore proteste sono valse a nulla, perchè loro
hanno fatto orecchie da mercante, anche se la nostra gestualità
accompagnata da ripetuti “laowai, laowai” era più che eloquente.
stavolta però ci prende una certa brama di vendetta e decidiamo di
non lasciar correre. allora, dall'alto delle skills maturate in
india, sfoderiamo un sorriso accomodante, prendiamo un altro cestello
e ci prepariamo un'altra zuppa. tutto questo mentre loro se la ridono
grassamente alla faccia di "'sti 2 polli bianchi che prima fanno le scene e
poi ci cascano di nuovo". evidentemente non li sfiora il minimo sospetto, così la terza zuppetta ce la servono subito. noi ce la mangiamo con calma, gustando ogni boccone,
poi ci alziamo e, mentre loro attendono avidi i loro 10y ulteriori, ce ne usciamo nel nostro mandarino improbabile ma efficace con:
“san, shi ba yuan! xie xie!” (“3 -zuppe- 18y! grazie!”). con
tanto di inchino e saluto beffardo. ci allontaniamo lasciandoli uno a
bocca aperta e l'altra a emettere il suo attonito “aaaahhhh!”, che
suona tipo “ci hanno beccati, cazzo”, mentre l'avventore di
turno se la ride come un pazzo. ok, tutto questo per meno di 1€.
mica l'abbiamo fatto per i soldi, chiaro. passi il fatto che ogni
tanto pagare qualcosa in più ci sta, magari più in nepal che nella
grattacielandia cinese, quando ci vuole ci vuole. punto.
budget
quotidiano: 30€/2p (yunnan, sichuan, chongqing e guangxi)
trasporti:
costosi ma efficienti; in linea generale i treni offrono un
migliore rapporto qualità-prezzo, essendo comodi e più economici
dei bus; per lunghi spostamenti viaggiare di notte è un'ottima
soluzione che consente di risparmiare sul costo della camera; ci
teniamo a sfatare un falso mito che pare assai diffuso tra i
visitatori stranieri in terra cinese, almeno stando a quanto abbiamo
appreso chiacchierando con alcuni turisti, ovvero l'impossibilità di
recarsi di persona in stazione a prenotare il biglietto per qualsivoglia mezzo a
causa dell'assenza di personale che parli inglese e/o della
impronunciabilità dei nomi delle destinazioni – beh, falsissimo! noi abbiamo sempre fatto tutto agli sportelli preposti
delle stazioni, perchè nei centri più turistici e nelle grandi
città c'è sempre qualcuno che mastica abbastanza inglese da
facilitare le cose e, anche quando gli anglofoni scarseggiano, pur senza alcuna nozione di mandarino, fare loro comprendere dove si ha intenzione di andare non è un problema; i cinesi sono svegli e
collaborativi, perciò arrangiarsi è più che fattibile, anzi
davvero facile, e questo vale anche per i bus urbani in tutte le
città da noi visitate o i minibus nelle stazioni minori e fuori
dalle rotte turistiche; al massimo i più ansiogeni possono portare una foto col nome della destinazione in
caratteri cinesi. es. sleeper bus jinghong-kunming 504yuan-60€/2p –
circa 520 km – 10h; treno notturno panzhihua-chengdu in
hard-sleeper class 368y-45€/2p – 630km – 13h (2013).
alloggio:
ottimi ostelli e guest house economiche, sempre puliti e più che
decenti; una doppia con bagno in ostello o nelle case a corte
tradizionali delle città vecchie costa da 60-150y 7-18€, di
solito le grandi città tendono ad essere più care delle altre
destinazioni.
cibo:
se si evitano i ristoranti e si mangia nelle tavernette economiche o
nei chioschi di noodles lungo la strada, nelle bancarelle, nei
mercati etc per un pasto bastano circa 5-10y a testa; es. noodle soup
5-8y a porzione seconda delle dimensioni, chao fan e chao mian 6-8y,
spiedino di toufu per strada 1-2y, baozi 0,5-1,5y a seconda delle
dimensioni e del ripieno, un piatto di riso con scelta di 3-6
miniporzioni di verdure, tofu e zuppetta inclusa da 5 a 15y circa
(1€=8,2 yuan – 2013).
tariffe
di ingresso ai siti di interesse: ecco dove la cina si è fatta
proibitiva; per riuscire a campare col budget sopraindicato è
necessario evitare i siti più costosi, tra cui alcune attrattive
naturalistiche (che costano da 10€ fino alla bellezza di 30-40€)
tipo montagne sacre, grotte etc, che spesso sono oltremodo
sviluppate a livello turistico, con infrastrutture molto invasive, o
il palazzo e tempio di turno, spesso ricostruito in toto, che di
originale non ha manco una pietra; insomma ognuno la veda un po' come
vuole, ma a nostro parere ci sta la visita di alcuni dei siti
maggiori, quelli che valgono il costo sempre alto del biglietto,
magari uno o due la settimana, e poi per il resto è di gran lunga
preferibile una passeggiata in campagna o lungo le viuzze secondarie
delle città vecchie.
visto:
il visto turistico di 30gg dovrebbe costare circa 32$ a persona
(ambasciata cinese di vientiane, laos - 2013); è necessario allegare
prenotazioni alberghiere e aeree-ferroviarie di entrata e uscita,
estratto conto bancario, itinerario etc; il tutto può essere
tranquillamente falsificato ad hoc per la tranquillità del sistema
burocratico cinese e poi cestinato.
::vietnam::
il
vietnam polarizza i pareri di chi lo visita molto più dei suoi
vicini, soprattutto a causa delle celebri truffe perpetrate da tour operator, hotel e agenzie a danno dei turisti più sprovveduti e della cronica tendenza a far pagare agli stranieri il doppio, e spesso molto di più, del prezzo normale... ma se c'è una cosa che si può dire senza tema di smentita è
che, a parità di budget quotidiano, in terra vietnamita ci si
possono concedere generalmente più stravizi che in laos o in
thailandia. una volta che si acquista dimestichezza col costo reale della vita e soprattutto se si evitano i tour organizzati e i ghetti per turisti e si cerca di vivere come i locali, allora il vietnam diventa una delle destinazioni più economiche e piacevoli del sudest asiatico.
budget
quotidiano: 22€/2p
trasporti:
buona rete di trasporti stradali e ferroviari; noi preferiamo le
rotaie, soprattutto per i lunghi spostamenti, e come sempre i viaggi
notturni si rivelano un'ottima soluzione per risparmiare sul costo
della camera; es. treno notturno ninh binh-hue in hard sleeper class
591000dong a testa-20,5€/610km/12h; treno hanoi-ninh binh in hard
seat class 44000dong-1,6€/95km/2,5h; per quanto riguarda i
trasporti urbani, nelle città principali si può contare sull'ottima
rete di city-bus (1 corsa circa 5000dong-0,17€) perciò è
pressochè inutile prendere taxi, moto, riksciò e quant'altro.
alloggio:
ottimo rapporto qualità prezzo; con una media di 250-300000
dong/9-10,5€ si dorme in una doppia con bagno, TV, wifi e spesso un
provvidenziale frighetto per fare scorta di frutta, birra etc.
cibo:
caro dolce vietnam! non si
offendano i fan della cucina cinese, che anche noi apprezziamo, ma i nostri palati hanno pianto
di gioia quando abbiamo varcato il confine vietnamita e ci siamo
lasciati alle spalle gli ettolitri di olio che i cinesi amano
riversare in quasi tutti i piatti! in vietnam le onnipresenti zuppe
(pho,
bun bo hue
etc), superplain rispetto alle controparti cinesi pur se
prevalentemente ultracarnose, sono su richiesta sempre disponibili
nella versione veg e costano 15-30000 dong/0,5-1€; noi però siamo
grandi fan del com chay
(riso con le verdure), di cui ci concediamo laute abbuffate
quotidiane (siano benedetti gli onnipresenti ristoranti veg di
ispirazione buddhista, che sfoderano sempre deliziosi buffet a base
di sostituti della carne e verdura a go-go e dove ci si si pappa un
bel piatto di riso con zuppetta e scelta di 3-4-5 side-dishes per la
bellezza di 20-25ooo dong-0,70€!); beh poi ci sono gli involtini
veg, le baguettes farcite etc; anche se le due cose per cui non
ringrazieremo mai abbastanza i vietnamiti sono il loro meraviglioso
ca phe,
che è nettare puro, a 7-15000 dong-0,25-0,5€, meglio se bevuto per
strada e accompagnato da un bel the al gelsomino, e poi la bia
hoi, birra fresca alla
spina prodotta quotidianamente in microbirrifici soprattutto nel nord
del paese, spinata per caduta e gustata a soli 5-7000 dong/bicchiere
o 11000dong/litro con generose manciate di “bagigi” al vapore.
cam on,
vietnam!
tariffe
d'ingresso ai siti d'interesse:
sempre abbastanza ragionevoli; 110000-4€ circa/1p per la cittadella
imperiale di hue o 15000-0,5€ per il war remnants museum a saigon.
visto:
costoso.. 60$ a testa per 1 mese all'ambasciata vietnamita di vientiane (2013).
::cambogia::
nonostante
lo spauracchio del dollaro [$], per cui ci aspettavamo di sentirci
continuamente dire “uan
dolla, uan dolla!”,
la cambogia ci ha sorpreso positivamente per quanto riguarda il costo
complessivo. evitando le trappole per turisti, alloggiando nelle
guesthouse più economiche, mangiando nei mercati e viaggiando coi
bus locali, la kampuchia
si rivela agilmente meno costosa di tutti i suoi vicini.
budget
quotidiano: 18-20€/2p
trasporti:
in
cambogia ci si sposta prevalentemente con gli autobus, che
raggiungono tutte le città principali; purtroppo la maggior parte
dei siti archelogici, tranne la splendida angkor, non sono serviti
dai mezzi pubblici e perciò visitarli richiede la disponibilità di
un mezzo proprio oppure l'ingaggio di una jeep o moto con autista,
opzione che è ben lungi dall'adattarsi alle esigenze dei viaggiatori
low-budget; es. bus della compagnia sorya (168) da phnom penh a
kompong cham 40000riel/7,5€/2p – 3h; bus della compagnia capitol
tour da battambang a siem reap 30000riel/5,5€/2p – 3-4h; noleggio
bici 4000-6000riel/0,75-1,1€ al giorno.
alloggio:
camera
doppia con bagno, ventilatore, TV e wi-fi sempre più che
soddisfacente, da 20000riel/3,7€ a 48000riel/9€circa.
cibo:
colazioni,
pranzi e cene nei mercati, o nelle bancarelle lungo le strade, sono
l'opzione più economica che la cambogia può offrire; riso con due
verdure 3000-4000riel/0,5-0,75€, zuppa con noodles e verdure
2000-5000riel/0,4-0,9€ a seconda delle dimensioni, una porzione di
dolcetti al cocco e farina di riso 2000riel/0,4€, caffè nero con
ghiaccio 1000-2000riel/0,2-0,4€, baguette con uova e verdure
2000-3000riel/0,4-0,6€.
tariffe
di ingresso ai siti di interesse: queste
sì che costicchiano!, angkor su tutte, ma ne vale la pena; biglietto
di 1 giorno 20$, 3gg 40$, 7gg 60$ a testa per il complesso dei templi
di angkor.
visto:
20-25$ per 30gg all'arrivo in
uno dei posti di confine o in aeroporto.
Nessun commento:
Posta un commento