4-13 dicembre 2012 e 23 dicembre 2012 - 9 gennaio 2013, KARNATAKA
meraviglioso,
dolce karnataka!
la
nostra bussola punta a sud, così lasciamo l'area linguistica indoeuropea e gli
alfabeti di derivazione sanscrita per addentrarci nel sud a maggioranza
dravidica.
il
karnataka è una sorta di terra di frontiera in cui la tradizione meridionale
dei grandi imperi hindu convive e si amalgama con l'eredità islamica dei
sultanati, sullo sfondo di un paesaggio magnificamente vario. per fortuna le
enclavi turistiche si contano sulle dita di una mano e poi il resto di questo
stato immenso è un'india per lo più ignorata dal turismo di massa, dove la
gente è di una gentilezza commovente che ricorda l'ospitalità iraniana.
è
un gran bel posto davvero, e ci conquista da subito, anche perchè qui il nostro
palato inizia a coccolarsi con le delizie della cucina veg del sud, che per noi
non ha rivali e ci garba assai più della pur gustosa controparte
settentrionale.
arriviamo
all'alba in questa piccola cittadina del karnataka nord orientale, dopo un
epico viaggio in treno da pune, con cambio a solhapur, e mezza nottata passata
a dormire in stazione in compagnia della solita folla biblica e a chiederci
dove mai se andranno tutti questi indiani a qualsiasi ora del giorno e della
notte..
bijapur
è stata la capitale del regno musulmano degli adil shahi tra fine '400 e fine
'600 e le vie polverose della città vecchia pullulano di chicche
architettoniche indoislamiche (moschee, torri, palazzi in rovina), su cui senza
dubbio svettano la cupola mastodontica del golgumbaz, mausoleo di uno dei re
della dinastia di cui sopra e delle sue mogli, amanti, figlie e nipoti, e
l'ibrahim rouza, altro elegante mausoleo reale appena fuori città.
BADAMI
badami
è uno di quei posti che restano nel cuore: uno sfondo di montagne rocciose
rosso fuoco, stagliate contro un cielo azzurrissimo, e un villaggio senza
tempo, con viuzze tortuose fiancheggiate da piccole casette bianche con porte
di legno intagliate, peperoncini e semi a seccare al sole sulle finestre,
vecchi seduti a chiacchierare lungo la strada, bimbi sorridenti che rincorrono
nudi gli immancabili cani, gatti, capre, maiali e chi più ne ha... l'india che
più ci piace qui dà proprio il meglio di sè. l'altra india, quella moderna e
occidentaloide, non ha ancora alterato il cuore adorabile di questo villaggio,
ma si è fermata alla strada principale che passa un po' più in là. dalla parte
opposta invece c'è il silenzio sacrale dei templi rupestri scavati sul fianco
della montagna, esempi unici della raffinatezza artistica dei sovrani chalukya
(dinastia hindu che ha regnato sulle regioni del deccan tra VI e VIII secolo
d.c. e del cui regno badami fu capitale). appollaiati sui gradini dei templi in
compagnia di affamate scimmie curiose, ci godiamo la vista mozzafiato sul
laghetto sottostante, circondato di ghat e piccoli tempietti eleganti.
splendido.
PATTADAKAL
uno
dei principali centri sacri del regno chalukya con un variegato catalogo di
architettura religiosa hindu, che ha funto da laboratorio per la
sperimentazione e l'evoluzione delle tipologie di edificio sacro, dai templi a
sikhara (= copertura della cella del tempio che si sviluppa in verticale e
richiama una vetta montana) del nord a quelli a vimana (analoga alla precendente
ma a gradini) e gopuram (torre monumentale d'ingresso) del sud.
HAMPI
l'improbabile
enclave turistica di hampi bazar esiste unicamente quale base per visitare i
resti spettacolari della città di vijayanagar. questa fu la capitale del
grandioso impero omonimo, che fiorì nel karnataka centrale tra '300 e '500,
autorevole bastione dell'identità hindu del sud contro i tentativi di conquista
da parte dei regni musulmani del nord, cui dovette però soccombere nella
seconda metà del cinquecento quando fu saccheggiato dagli eserciti dei
sultanati del deccan.
un
paesaggio unico al mondo impreziosisce la bellezza delle rovine: foreste di
palme, distese di risaie e di campi coltivati, in ogni dove montagne di massi
giganteschi che si specchiano nel sacro krishna river lungo tutta la vallata
verdeggiante e punteggiata di alti gopuram, antiche vie colonnate e resti di
fastosi palazzi. è un posto surreale e magico, tra i più belli su cui ci sia
capitato di posare lo sguardo.
il
sito archeologico si articola principalmente in due aree: il centro regio con i
palazzi e la zona residenziale e amministrativa e il centro sacro coi templi
lungo le sponde del fiume. il luogo di culto principale è il vittala temple, ma
a nostro avviso le rovine più memorabili sono quelle isolate, appena fuori dal
circuito mainstream, dove non giungono i gruppi organizzati che si spostano
solo in autobus o riksciò. non c'è quasi mai nessuno a guastare l'atmosfera
incantata del mattino, quando i raggi del sole indorano i profili armoniosi dei
templi e intorno solo qualche donnina
sorridente accucciata all'ombra a strappare erbacce. inoltre, nonostante hampi
sia una delle zone più turistiche dell'india meridionale, l'area archeologica e
i suoi dintorni fiabeschi sono talmente estesi che è sufficiente camminare un
po' in una direzione qualsiasi per ritrovarsi a vagare soli nella campagna
silenziosa e incappare al massimo nella dimora ascetica che qualche baba si è
ritagliato tra le rovine.
ciao cippo!
GOKARNA
gokarna
significa orecchio di mucca, appellativo che sembra derivare dalla forma della
confluenza fluviale su cui sorge il villaggio e dal fatto che qui lord shiva
emerse dall'orecchio della madre terra, apparsa in bovine fattezze.
a
gokarna le relazioni col mito però non si limitano a questo: il mahabaleshwar
temple sorge infatti proprio dove il sacro atma-linga, il leggendario lingam di
shiva che dona agli dei l'immortalità, fu conficcato nel terreno. narra la
leggenda che ravana, il re demone dell'isola di lanka, bramasse ardentemente il
potere di sconfiggere la morte e per questo si fosse dedicato alla venerazione
di shiva, al fine di ottenere da lui tale divino privilegio. mosso a pietà
dalle ferventi preghiere del demone, shiva acconsentì alla sola condizione che
il sacro lingam non toccasse mai terra, pena la perdita dei divini attributi
accordati e il ritorno di tutti poteri a shiva stesso. vishnu e ganesh,
preoccupati che ravana potesse, in virtù di un tale potere, trascinare il mondo
nel caos, riuscirono con un abile stratagemma a distrarre il demone e a
piantare a terra il sacro fallo, che nessuno riuscì mai più a sradicare.
l'atmalingam sarebbe custodito ancora oggi all'interno del principale tempio di
gokarna, cui centinaia e centinaia di fedeli rendono omaggio ogni giorno.
molti
altri templi minori si incontrano vagando per le vie del villaggio,
costantemente animate da un andirivieni di devoti in pellegrinaggio e bramini
indaffarati che qui vivono numerosi, essendo gokarna un centro di rilievo per
lo studio del sanscrito, la cui conoscenza viene qui tramandata di generazione
in generazione tra gli appartenenti alla casta bramanica. nascosta tra le
casette di legno colorate c'è una bella vasca per i bagni quotidiani e le
abluzioni rituali.
lungo la costa ci
sono alcune spiagge dorate, ottime per rilassarsi al sole o acquistare miele
selvatico prodotto direttamente dalla giungla circostante.
UDUPI
città
di pellegrinaggio religioso e gastronomico, nota per il suo importante krishna
temple e per aver dato i natali alla tradizione culinaria “pure veg” di questa
zona del paese. thali memorabili.
HASSAN, BELUR e HALEBID
hassan
è un gran punto di partenza per esplorare i dintorni: pochissimi turisti e la
solita sorridente gentilezza, oltre a un gran bel mercato pittoresco e
economicissimo.
a
pochi km da lì il channekeshava temple di belur e l'hoysaleswara di halebid
sono due tra i più pregiati esempi di architettura religiosa del regno
hindu-giainista degli hoysala, fiorito tra XI e XIII secolo. le sculture
mitologico-erotiche sono incantevoli, anche se non riusciamo a gustarcele come
si deve perchè siamo continuamente assaliti da orde di studenti urlanti che ci
fanno posare per i soliti interminabili servizi fotografici.
MYSORE
mysore
deve il suo nome a mahisuru, di cui si narra nel mahabharatha quale luogo
mitico dell'uccisione del demone bufalo mahashasura, reo di voler far
sprofondare l'universo nel caos, per mano della dea durga-chamundi, aspetto
feroce e terrifico della grande madre mahadevi.
chamundi è la divinità protettrice della città e delle dinastia dei
wodeyar, i maharaja di mysore, che in suo onore hanno eretto il chamundeswary
temple sulla collina a lei dedicata. una lunga scalinata panoramica sale fino
alla cima ed è spesso percorsa da colonne di pellegrini che fanno voto alla dea
accendendo un lume per ognuno dei mille gradini bianchi e rossi.
il
palazzo dei maharaja (quello attuale è stato costruito da un architetto inglese
nel primo novecento, dopo che un incendio aveva distrutto l'originale) è
piacevole per il suo profilo aggrazziato e per la facciata elaborata.
altrettanto non diremmo del pur gradevole interno: alcune delle sale sono
davvero belle, ma nella maggior parte l'arredamento e la decorazione sono un
po' troppo stucchevoli per i nostri gusti, che non apprezzano lo sfarzo
baroccheggiante-rococò sulla falsariga delle corti mitteleuropee ottocetesche,
pur se in salsa indiana. noi siamo di gran lunga più per la maestosa eleganza dei forti e dei palazzi
dei colleghi maharaja rajasthani.
a
mysore poi ci sono interessanti musei e gallerie d'arte, il famoso zoo che
evitiamo accuratamente, alcuni palazzi e chiese di epoca coloniale e il
coloratissimo devaraja market, forse un po' troppo turistico ma di certo
fotogenico.
SRIRANGAPATNAM
sede
del regno islamico di hyder alì e tipu sultan, che nel settecento
comprendeva gran parte dell'india
meridionale. oggi lungo il sacro fiume kauvery sopravvivono alcune rovine a
suggerire la grandezza dei fasti del passato, spazzati via dall'occupazione inglese.
la città vecchia custodisce i resti del forte e del palazzo, una moschea e il
mausoleo dei sovrani. le vie costellate di templi, casette e botteghe conducono
all'affascinante ranghanathaswamy temple, importante centro di culto vishnuita.
secondo noi la ciliegina su questa torta deliziosa sono però i ghat e i piccoli
templi lungo le sponde del fiume.
MADIKERI
capoluogo
della regione collinare di kodagu, patria del popolo kodava, famosa per le
lussureggianti piantagioni di caffè, anacardi, spezie e per i mulini per l'olio
di cocco. qualche giorno tra fresco relax, caffè bollente e corroboranti
passeggiate lontano dal delirio asfissiante delle città.