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17 – 25 gennaio 2011: DELHI, AGRA E FATEHPUR SIKRI
la prima volta che uno mette piede in india non può fare a meno di chiedersi come sarà, se tutto quello che ha sempre sentito dire corrisponda o meno all'immenso nuovo mondo in cui sta per immergersi.. questo il pensiero che ci gironzolava per la testa in volo dal cairo a delhi, lo stesso che abbiamo deciso di accantonare immediatamente nel lungo tragitto in autobus dall'indira gandhi international airport fino a pahargangj, perchè (lo avremmo imparato di lì a poco) pochi posti al mondo destano impressioni tanto soggettive quanto l'india..
prima di tutto una settimana nella capitale..
dilli ha due cuori, uno vecchio, caotico e rigorosamente sovraffollato, l'altro nuovo, ordinato, arioso e verdissimo. old delhi incarna al meglio il campionario infinito di suoni, odori e colori che è l'india nell'immaginario del viaggiatore, soprattutto lungo la trafficatissima chandni chowk, nei bazar intorno alla jama masjid, la principale moschea del subcontinente, e al red fort, che si staglia imponente lungo le sponde dello yamuna (sono queste due delle più notevoli vestigia dell'india islamica medievale).. poco più in là, non lontano dal chiassoso brulicare delle attività quotidiane, la pace quasi ultraterrena dello splendido parco di raj ghat, col gandhi memorial museum e la piattaforma di marmo nero che indica il luogo della cremazione del padre della patria.. new delhi invece è una città moderna e ricca, abbastanza vivibile nonostante le dimensioni e la densità demografica, grazie ai suoi giardini, ai numerosi musei e monumenti e ai larghissimi viali alberati che si irradiano dal cuore animato di connaught place..
una volta lasciata delhi è agra una delle tappe obbligate.. anche se non si tratta di un luogo particolarmente invitante in sè, la "città dell'amore" indiana offre due delle principali attrattive turistiche nazionali.. è attraversata anch'essa dallo yamuna, che lambisce la cinta muraria del red fort in arenaria rossa, altro splendido esempio della magnificenza dell'architettura islamica del subcontinente, per poi sfiorare poco più a est quel lucente spomiglione bianco per cui l'india è famosa in tutto il globo.. come descrivere il taj mahal? quali parole spendere per il monumento all'amore immortale? noi non ci proveremo, e pure le foto rendono difficilmente giustizia al suo fascino senza tempo.. certo è che almeno una volta nella vita dovevamo concedere ai nostri occhi di indugiare increduli sulla sua vibrante lucentezza, soprattutto dopo averli sgranati con altrettanta sorpresa di fronte al prezzo del biglietto di ingresso per gli stranieri, per nulla economico considerati gli standard indiani (ben 750 rupie a cranio/ noi con le stesse 1500rs vivevamo un giorno intero, compresi spostamenti, albergo e pasti, e senza tirare troppo la cinghia!)..
e poi fatehpur sikri, un gioiello di rara bellezza.. capitale moghul per un breve periodo, fatta costruire dall'imperatore akbar, è una città fortificata abbandonata in ottimo stato di conservazione, unica per commistione di stili, accanto alla quale sorge un'altra spettacolare moschea.. si trova in quello che oggi è un piccolo villaggio al confine tra uttar pradesh e rajasthan, fortunatamente ancora ai margini dei flussi turistici maggioritari, il che rende la visita estremamente piacevole e quanto di più lontano si possa trovare dalla disneyland che è il taj mahal..
questo il nostro assaggio di quanto di meglio ha da offrire l'architettura moghul, a zonzo tra delhi e l'uttar pradesh, terra santa per hindu e buddhisti, nel quale faremo ritorno verso la fine del nostro soggiorno indiano, lungo la strada verso il nepal..

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