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18 marzo–12 giugno 2011 - IN NEPAL
-parte seconda-

lasciata la valle di kathmandu, facciamo ritorno verso la zona dell'annapurna..
siamo diretti al villaggio di pame, un tranquillo gruppetto di case a pochi km da pokhara e a valle di sarangkot, lungo il fiume che si getta poi nel phewa tal: abbiamo la grande fortuna di avere una casa a nostra disposizione e in tempo zero ci lasciamo riconquistare dalla pace della vita rurale.. passiamo le giornate osservando i bufali pacifici fare il bagno, i bambini giocare in riva al fiume e i pescatori all'opera.. poi saliamo a kaule, altro splendido villaggetto arroccato sulle colline sopra pame, che non conta più di una 50ina di case, tutte abbarbiccate sul fianco della montagna; a collegarle piccole e ripide scalinate di pietra, scavate all'ombra di alberi secolari e bamboo giganteschi... per questo tuffo nell'autentica nepali life il nostro più sentito grazie va a manju con romano e famiglia, xiani, aama, baba e mine...

da lì poi di nuovo a pokhara, all'ombra degli alberi di mango e malaleuca del nostro giardino, a rilassarci, studiare nepali e prepararci sfiziosi pranzetti all'insegna della versione, da noi riarrangiata, del dhaal bhat tarkhari, il piatto nazionale nepalese...

che dire ancora di questo nepal? è opinione diffusa che sia una sorta di appendice montana dell'india, cosa che di certo un nepalese non condividerebbe affatto, e manco noi.. per quanti punti di contatto si possano trovare, principalmente in relazione alla cultura hindu e alla suddivisione in caste, le differenze sono comunque sostanziali.... se nell'india multietnica il collante nazionale è l'identità hindu, preponderante rispetto alle minoranze religiose musulmane, buddhiste, sikh e giainiste (considerato anche che non vi è unità linguistica e che un indiano del rajasthan e uno del tamil nadu comunicano con ogni probabilità in inglese), il nepal dal canto suo ha sviluppato un peculiare sincretismo religioso hindu-buddhista che è davvero un unicum... i circa 30 milioni di abitanti appartengono a ben 14 diverse etnie (14 sono le principali, quelle ufficialmente censite sono molte di più) quindi le caste hindu, sebbene in maggioranza, sono affiancate a popolazioni tibeto-birmane che etnicamente, linguisticamente e spesso anche religiosamente hanno poco a che vedere con il resto del subcontinente indiano.. il risultato è un collage incredibile di volti, lingue, usi, costumi e tradizioni religiose che, nonostante gli episodi discriminatori nei confronti dei gruppi umani meno numerosi, ha saputo comunque generare un'interazione davvero affascinante di elementi hindu e buddhisti, indiani e sinotibetani, apprezzabile in tutti i campi della vita e della cultura, dalla cucina (il daal bhaat rigorosamente vegan degli hindu, i piatti cinesi e tibetani come momo, chowmien e thukpa, la cucina newari, etc) alla quotidianità religiosa (in cui hindu e buddhisti si trovano non di rado a frequentare gli stessi templi, a pregare fianco a fianco divinità che hanno spesso una doppia identità)....

a giugno inoltrato il monsone è in arrivo e il nostro tempo nel subcontinente è agli sgoccioli.. è mattina e camminiamo verso il minibus che ci riporterà a kathmandu.. siamo quasi arrivati all'old bus park, che già ribolle di attività, contrattazioni, accordi e disaccordi, quando ci fermiamo a lato della strada per contemplare un'ultima volta lo spettacolo commovente dell'annapurna range, inondato dal roseo chiarore del sole appena nato, attoniti e disorientati da tanta bellezza, dall'immensità della natura.. di certo il migliore dei commiati..
poi il nostro pulmino bianco sfreccia via lungo la valle e si lascia alle spalle la città, e mentre gli scorci ormai familiari delle valle himalayane ci scortano lontano, mentre gli ultimi fotogrammi del nostro nepal, di tutto il nostro subcontinente, lampeggiano veloci fuori dal finestrino, come le istantanee dei grandi momenti scattate a centinaia per cogliere ogni minima sfumatura, noi sappiamo che non è possibile imprimere nella memoria più di quanto già ci sia.. i nostri cuori sono sovraccarichi e traboccano, come quando non si sa come dire grazie, come quando si parte, magari per sempre, ma si è certi di aver trovato una casa..

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