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18 marzo-12 giugno 2011 - IN NEPAL
-parte prima-

eccoci in nepal. ancora namastè!
prima tappa: un paio di notti a bhairawa per visitare lumbini, il luogo natale del buddha... laddove maya devi diede alla luce il principe siddharta oggi c'è una piccola area archeologica, immersa in un vasto parco costellato di templi e monaci in preghiera.. qui tutte le nazioni buddhiste del mondo, sia mahayana che theravada, hanno eretto i loro luoghi di culto all'ombra della foresta che 2500 anni fa assistette ai primi sette prodigiosi passi del risvegliato...
abbandoniamo poi le calde pianure meridionali del terai, oppresse dall'afa già a marzo, per spingerci verso nord, verso le montagne, e quel benefico dolce tepore che sa ancora di primavera.. i 250km che separano il confine indonepalese da pokhara richiedono un viaggetto di ben 8h lungo le strade tortuose delle colline prehimalayane, (le loro highway a noi sembrano più che altro piste di montagna), ma il paesaggio è a dir poco incantevole..
arriviamo a pokhara, la seconda città del nepal, adagiata lungo le sponde del phewa tal, alle pendici dell'annapurna, con la fermissima intenzione di recuperare le forze dopo l'intenso vagabondaggio indiano ed è ciò che facciamo: relax, tranquille passeggiate in riva al lago e sulle colline; la natura ci restituisce in tempi record l'energia spesa in precedenza.. lakeside, il lungolago, pur se estremamente votato al turismo (pokhara è la base di partenza per i trekking sull'annapurna), conserva un'atmosfera piacevole, soprattutto se si evitano le occidentalissime "steak house" dove bazzica chi arriva col suo pacchetto volo-albergo-trekking e spende da solo in 3 settimane ciò che noi abbiamo speso in 2 per 3 mesi.... [ci sono d'altronde mille modi differenti di vivere, esplorare e interiorizzare anche la più esigua porzione di questa nostra terra, perciò a ognuno il suo]..per noi, dopo una 20na di giorni trascorsi all'insegna della più autentica lentezza asiatica, è arrivato il momento di rimettersi in marcia e muovere verso est, in direzione della valle di kathmandu..
facciamo tappa a gorkha, che si trova circa a metà strada, in una splendida valle ai piedi del manaslu, uno degli otto 8000 del nepal.. è una città importante per i nepalesi, poichè patria dei leggendari guerrieri gurkha nonchè di prithvi narayan shah (il re cui si deve la nascita del nepal nel 1769; egli assoggettò al suo i tre regni della valle di kathmandu, unificando così la nazione sotto un'unica corona e imponendo il nepali come lingua ufficiale)... centinaia e centinaia di ripidi gradini in pietra s'inerpicano nella foresta fin sulla cima della collina che ospita lo splendido palazzo reale e il complesso di templi.. da qui la vista può spaziare sui rilievi terrazzati circostanti, dominati dalle tinte giallo ocra-rossastre della terra assetata di pioggia, che tra qualche mese il monsone trasformerà in un fertile tappeto brillante di mille tonalità di verde..
e poi kathmandu, ovvero "come una microscopica capitale di montagna può diventare una delle città più inquinate e invivibili al mondo e restare comunque splendidamente bella".. la valle è dominata dall'architettura newari (una delle etnie del paese), cui si devono i templi e i palazzi a pagoda, che da qui hanno spopolato in tutta l'asia orientale e che sono senza dubbio il fiore all'occhiello del patrimonio artistico nepalese.. durbar square, la piazza del palazzo, è un sogno; pashupathinath, il tempio hindù più sacro del nepal, popolato di sadhu e fedeli che rendono omaggio a shiva pashupati ("signore degli animali"), è intriso di un'aurea misticheggiante e dell'odore pungente del fumo che si leva dalle pire funerarie; swayambhunath, the monkey temple, suggestivo stupa buddhista, domina la città dall'alto di una collina; lo stupa di bodhnath, bianco e enorme, svetta sopra le case e i monasteri del quartiere tibetano di boudha; il tempio di gokarna mahadev, con la sua unica collezione di statue, è un vero e proprio catalogo illustrato del variopinto pantheon hindu; budhanilkantha, il tempio del dio dormiente, dimora di vishnu narayan (con shiva la principale divinità nepalese) la cui statua galleggia nel lago sacro, adagiata su un letto di serpenti; e poi changu narayan, namobuddha, dakhshinkali e gli altri mille templi che punteggiano il cuore antico delle civiltà sorte all'ombra del versante meridionale dell'himalaya... e queste non sono che alcune delle attrattive che la città e la valle hanno da offrire..
da qui ci spostiamo a bhaktapur.. più che una città museo, definizione che non restituisce la straordinaria vivacità della vita che ancora si dipana tra i suoi vicoli acciotolati, è uno squarcio di passato sopravvissuto alla storia, quasi immutato e speriamo immutabile, che resterà tra le gemme più preziose di questo viaggio pur denso di meraviglie.. stradine di pietra, antiche case newari, la sequenza delle splendide piazze di taumadhi tole, durbar square e dattatreya square, i vasai al lavoro a potter square, i ghat lungo il fiume, un tempio ad ogni angolo.. abbiamo avuto la fortuna di passarci durante il bisket jatra, il coloratissimo festival del capodanno nepali: colonne interminabili di donne, abbigliate nei colori della città, sfilano di tempio in tempio recando le offerte per le divinità, mentre gli uomini suonano e danzano freneticamente, inebriati da fumi di birra di miglio e roxy; la festa poi culmina nel tiro alla fune tra la fazione nord e la fazione sud della città, il cui scopo è trascinare un carro a forma di tempio nel proprio quartiere... bhaktapur è una perla rara, un'oasi dove il tempo scorre ad un'altra velocità, dove una visita di un paio di giorni finisce spesso per durare una settimana...
ultima tappa nella valle è patan, famosa per quella che è secondo molti la più bella tra le durbar square, il tempio di rato machhendranath (la divinità della valle di kathmandu) e gli innumerevoli templi e monasteri buddhisti, racchiusi negli antichi pittoreschi bahal..

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