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21 novembre – 6 dicembre 2010: GIORDANIA

la giordania è un piccolo gioiello incastonato tra il mar morto e il deserto... in qualsiasi direzione ci si metta a vagabondare, si incontrano incredibili paesaggi dal fascino struggente, valli verdeggianti a settentrione e luoghi la cui storia si perde nella leggenda..
abbiamo attraversato il confine a sud di damasco in una assolata domenica di fine novembre, diretti a irbid.. da nord a sud, ecco alcune delle meraviglie che ci hanno conquistato..
umm qais le rovine greco-romane di gadara, bianche di marmo e nere di basalto, ai piedi di una collinetta, sulla quale è appollaiato un grazioso villaggio ottomano, il tutto in una splendida posizione panoramica, che domina la valle dello yarmuk e il lago di tiberiade e le alture del golan..
jerash uauuuuuuhh! città romana di spettacolare splendore e vastità, il maggiore dei centri della decapolis, il cui impianto urbanistico ottimamente conservato è a dir poco da urlo, con il foro ovale e le vie colonnate, i templi e i teatri... e la banda giordana che ci ha deliziati col suono delle cornamuse..
amman vabbè il suggestivo panorama dalla cittadella, vabbè il teatro romano, vabbè l'interessantissima moschea di hussein, ma chi se la dimentica una giornata cominciata col naso sulla teca di vetro che custodisce i rotoli di rame di qumran e finita a sfondarci di falafel, fool e hummus per la bellezza di 3 euro?
madaba la città dei mosaici, a un passo dal monte nebo, da betania e dal mar morto..
umm ar-rasass immenso mosaico pavimentale nella chiesa di st. stefano e noi due, unici visitatori quel giorno, clandestinamente a caccia di quelli nascosti sotto la sabbia e i teli di plastica nella chiesa dei leoni..
petra un incanto di arenaria rosa, racchiuso tra le montagne.. ci abbiamo vagato per tre giorni, inerpicandoci sui versanti lungo le incredibili scalinate che i nabatei hanno disseminato un po' ovunque, perchè dall'alto la vista sulla città al tramonto è a dir poco mozzafiato, infilandoci nei siq più stretti, bizzarri e colorati, perchè come sempre basta allontanarsi appena un po' dall'itinerario principale per non incontrare neanche l'ombra di un turista.. e poi il tesoro..ah! il tesoro...
wadi rum deserto di incomparabile bellezza, oggi area protetta in cui le tribù beduine vivono e gestiscono dei campi per accogliere i visitatori.. dopo un tour panoramico in jeep abbiamo raggiunto il campo per goderci il tramonto e la cena beduina e lì abbiamo passato la notte in tenda, sotto un cielo del blu più penetrante su cui luccicava una miriade di stelle, luminose come non le avevamo mai viste, per poi svegliarci prima dell'alba ed attendere il sorgere del sole.. grazie a zedane della tribù degli zalabieh..
splendori del regno di giordania a parte, c'è qualcos'altro che non si può tacere, se si vuole rendere giustizia a queste terre magnifiche, e che ci sembra ben introdotta dal breve aneddoto che segue.. è il giorno della nostra visita ai luoghi di biblica memoria di monte nebo, mar morto e betania sulle rive del giordano, il fiume in cui 2000 anni fa cristo veniva battezzato, che pare oramai un torrentello troppo stretto per separare l'est bank giordano dal west bank, lo stesso fiume dove oggi corre il confine infuocato tra giordania e cisgiordania occupata... l'atmosfera ha qualcosa di enigmatico, per non dire inquietante, e non è certo la sacralità del luogo, quanto piuttosto la miriade di bandiere con la stella a sei punte che sventolano indisturbate di fronte a noi sulla riva opposta... per un attimo quasi ci chiediamo se siamo gli unici ad avvertire questo senso di disagio.. ma poi arriva l'ingenua domanda di una turista, certo forse un po' fuori luogo, -so, is that israel?- e la risposta della nostra guida, probabilmente di origine palestinese come buona parte dei giordani, -no. no, that's palestine occupied by israel!-...
c'è ben poco da aggiungere, se non che a tratti non ci riesce di non provare vergogna per il posto da dove veniamo, per il mondo cui apparteniamo, volenti o nolenti, per tutte le menzogne che ci raccontano e che ci lasciamo raccontare, solo per poter dormire sonni tranquilli, quando le nostre mani, sì anche le nostre, grondano del sangue innocente di questi uomini, di queste donne e di questi bambini... e quanti hanno il coraggio di dire la verità su quello che avviene ogni giorno qui?.. verità che è lontana anni luce dalle bugie cui ci viene più facile credere... verità che non parla del pacifico e innocuo stato di israele, la cui legittimità non deve essere messa in discussione, che deve far fronte di continuo ai barbari attacchi dei palestinesi, violenti e intolleranti, come crede il “popolo dell'imbecillità” di fede, del cavaliere, dei tg spazzatura, di troppa sinistra (?) pseudodemocratica e istituzionale, e pure della fasulla controinformazione (sulle orme di quel pazzo sionista di travaglio)...ma parla piuttosto del genocidio pianificato di un popolo, da cui il resto del mondo distoglie colpevole lo sguardo.. e l'apoteosi della tragedia si raggiunge quando si pensa che di certo le nuove generazioni israeliane, che a gerusalemme e dintorni sono nate e cresciute, hanno tutto il diritto di viverci, certo più dei loro avi colonizzatori e dell'oligarchia criminale che li governa spacciandosi per modello esemplare di democrazia da esportare a casa di quei selvaggi dei vicini arabi.. che altro dire? leggiamo qualche libro di storia in piu', possibilmente non quella riveduta e corretta, e spegniamo la televisione, magari per sempre..

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